RELITTO PELAGOSA

VIDEO by Flavio Tonso (14mb) durata 6m.

Genova, 20 gennaio 2008

 

 


Dopo una settimana di trattative con i possibili partecipanti e con i vari diving, finalmente si decide per una immersione sul relitto Pelagosa. La Veja Crica con gli amici di Fondali.it si sposta quindi a Genova. Il ritrovo è fissato per le ore 10 al diving Polosub, presso i magazzini del cotone. Puntualissimi tutti si sale nella comoda barca e dopo venti minuti di navigazione si arriva sul punto di immersione. Il mare è piatto, il cielo nuvolo.... un tuffo e giù... la visibilità è veramente poca ma aiutati dai nostri potenti faretti e dalla abile guida messa a disposizione dal diving, si riesce a completare una altra bellissima immersione.Il relitto è spaccato in due tronconi, dei quali uno, quello di poppa, completamente rovesciato con le due grandi eliche che paiono remigare nel blu cupo. Attorno pezzi di ogni genere.Frammenti di bordo che testimoniano il suo tragico epilogo.Verso il largo, più a levante, due mine tondeggiano legate ad una grossa catena che si perde sul fondo. Il troncone di prua, ritto in verticale, ha ancora l’ancora di dritta incastrata nella cubia. L’altra, quella di sinistra ha sfilato la catena, cadendo sul fondo.Il cannone da 75 mm sembra ancora in posizione. ..20 minuti di fondo e 8 di deco, non si tira di più per non congelare chi è sceso con la muta umida. Rientro in porto e come al solito, dopo i lavaggi di rito alle attrezzature, tutti a gustare i fantastici "arancini" di Claudia (Comarecicala). Un paio di bottiglie di buon vino e il panettone finale a conclusione di questa altra magnifica giornata.

Flavio

Il Pelagosa:

Mare: Mediterraneo
Stato: Italia
Regione: Liguria
Provincia: Genova
Località: Quarto

Tipo: posamine
Anno di costruzione: 1927
Cantiere: Cantieri Reali – Castellamare di Stabia
Nazionalità: italiana
Lunghezza: 66,0 metri
Larghezza: 10,0 metri
Eliche: 2
Data affondamento: 9 settembre 1943
Causa affondamento: cannoneggiamento

Il 9 Settembre del 1943 era un giorno pieno di sole e il mare di fronte alla costa del levante genovese, nell’arco tra il Promontorio di Portofino e le propaggini della diga del porto, era spazzato da una leggera brezza di tramontana che teneva il mare piatto come una tavola. Erano le ore 8,30 del mattino. Una piccola unità della nostra Marina Militare: il Posamine Pelagosa, usciva dall’imboccatura del porto di Genova seguendo un sentiero di rotta parallelo alla costa, per evitare gli sbarramenti minati posti a protezione dell’imboccatura del porto, con direzione verso levante, destinazione Livorno. Le truppe tedesche avevano iniziato l’invasione del territorio genovese occupando tutte le postazioni strategiche.

Il Pelagosa guadagnava il largo salpando per evitare di cadere in mano germanica. Ma i tedeschi, che, nel frattempo, avevano occupato anche le batterie costiere di Monte Moro piazzate sopra l’abitato di Nervi, alla vista della nave, aprirono immediatamente il fuoco. Dopo le prime salve d’inquadramento, le granate centrarono in pieno lo scafo che sbandò sulla sinistra e che si piegò lentamente verso la costa. Appena il tempo per qualcuno di gettarsi in mare che il Pelagosa s’inabissò di prua a circa un miglio e mezzo dalla costa.