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IL VIDEO (by Flavio Tonso) durata 7 minuti (20 mb.)


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Immersione sui RELITTI

IL CARGO ARMATO

LOCALITA': Sestri Levante (Ge)

DIFFICOLTA': MEDIA

PROFONDITA': max. 35m

Coordinate: 44° 15' 685" N
                09° 23' 180" E
Distanza dalla costa: 
mg. 0,47 dalla punta di Sestri L.

 

La Storia

Il nome dato dai subacquei a questo relitto non è appropriato in quanto non si tratta di una nave da carico, ma del caccia-sommergibili tedesco UJ 2207 della 22 U-Jagd Flotille con   base a Genova.   ( UJ = U Boot Jäger = Cacciasommergibili). Era in origine il peschereccio oceanico francese di 1.034 t. di  stazza lorda "Cap nord" costruito nel 1926 e requisito nel 1942 dalla Kriegsmarine che lo trasformò in nave militare armandolo con mitragliere antiaeree e cannoni. Nella notte sul 19/11/1944, durante una missione di trasporto  costiero convogliato, alle quali, talvolta, queste navi militari di  costruzione civile e quindi con stive capienti erano adibite per carenza di navi da carico, veniva attaccato e silurato da tre motosiluranti americane del  RON (squadron) 22 basate a  Calvi in Corsica che, per quella missione, erano salpate da Livorno agli ordini del comandante Moore. Le tre PT del comandante Moore, del comandante Raper e del comandante Atchinson avvistavano un convoglio proveniente da NO e apparentemente diretto verso il porto di Sestri Levante e, mentre si preparavano ad attaccarlo ne   veniva rilevato un altro che navigava da SE verso la stessa meta. Giunti nella baia di Sestri i due convogli si fermavano mentre le PT si avvicinavano per attaccarli ma, prima di essere pervenute a contatto visivo, i tedeschi davano l'allarme lanciando bengala ed aprendo il fuoco dalle batterie costiere e dalle navi costringendole a disimpegnarsi. Cessato il fuoco i due convogli riprendevano le loro rotte e le PT decidevano di mettersi sulle tracce di quello che procedeva  verso levante tenendosi molto vicino alla costa. Venivano effettuati altri tre tentativi d'attacco, i primi due respinti da un nutrito fuoco d'artiglieria delle imbarcazioni del convoglio che illuminavano il mare con i bengala mentre, durante il terzo, due siluri dei quattro lanciati dalle PT 421 e 377 colpivano  l'UJ 2207 quasi a centro nave causando lo scoppio delle caldaie e facendolo affondare rapidamente. Vi furono numerosi morti tra i membri dell'equipaggio, compresi il comandante ed il suo secondo e i superstiti ammontarono a 30. Il relitto giace sul fondo sabbioso a 36 m. spezzato in due tronconi ; quasi tutte le sovrastrutture sono state asportate nel dopo guerra per recuperare il carico.

L'Immersione

Il relitto si trova adagiato su di un fondale di circa 35 metri. In posizione di navigazione diviso in due pezzi. La parte meglio conservata e dove la visibilità è migliore, risulta essere la parte prodiera. La violenza dell’esplosione e la successiva opera dei palombari del dopoguerra per recuperare il prezioso carico presente nelle stive ha in pratica reso irriconoscibile la parte centrale. Nulla rimane delle strutture sopraelevate dove erano alloggiate le mitragliatrici e le armi antiaeree. Si rinvengono ancora, invece, sul ponte gli affusti dove venivano alloggiate le mitragliatrici per la difesa da mezzi insidiosi navali. Una grossa fessura posta a prora permette un agevole penetrazione del relitto. I vani interni rappresentano la tana ideale per gronghi, ma soprattutto per aragoste. L’uscita può essere fatta dalla parte devastata dall’esplosione o da uno degli osteriggi che permetteva di dare luce alle stive o di movimentare il carico. Sul ponte, oltre agli affusti delle mitragliatrici sono ancora visibili le rotaie che un tempo alloggiavano le mine, un piccolo serbatoio, le cime di ormeggio. Si rinvengono anche facilmente alcuni proiettili scampati miracolosamente ai cacciatori di souvenir. La parte prodiera risulta meno conservata e dove la visibilità viene fortemente attenuata da una corrente continua che porta sedimento; ma pur in visibilità ridotta sono possibili da osservare i resti delle caldaie e le rampe di lancio per le bombe antisommergibile.